Un documento del 1074 testimonia l’attribuzione della chiesa a Mairano, un villaggio poi scomparso i cui abitanti confluirono nella villanova di Montemagno fin dall’inizio del XII secolo. La chiesa dipendeva dall’abbazia benedettina della Torre Rossa di Asti, soggetta dalla fine del XI secolo all’abbazia di San Benigno di Fruttuaria. Viene citata in alcuni documenti ecclesiastici del 1200 e nel 1300. Le visite pastorali della fine del Cinquecento descrivevano la chiesa in pessimo stato di conservazione: vi si celebrava messa una volta l’anno e mancavano intonaco, pavimento e finestre. Il degrado nei secoli progredì tanto che nel 1845 il vescovo Artico ordinò di celebrare la messa per il santo patrono all’aperto, per il pericolo di crollo. Negli anni 1847-1849 vennero svolti cospicui interventi di restauro su gran parte dell’edificio: l’abside e i fianchi nord e sud vennero smontati e rimontati, riducendone alquanto le dimensioni.
Negli ultimi venti anni del Novecento si sono susseguiti diversi interventi di restauro e di consolidamento strutturale: sono state rimosse le tamponature ottocentesche dalle monofore e bifore, restaurati i prospetti del campanile e della facciata e rifatti i manti di copertura.
La chiesa di San Nazario e Celso si presenta in una zona collinare e isolata, a circa due chilometri dall’abitato di Montechiaro, in località Castel Mairano.
La pianta si presenta ad aula rettangolare con volta a botte e abside semicircolare con volta a semicatino.
In corrispondenza dello spigolo nord-ovest si trova l’alto campanile, di quattro piani fuori terra, a base quadrata, i cui lati misurano 4,2 m. circa.
La muratura della chiesa e quella del campanile sono in pietra e mattoni a vista. La struttura portante della copertura è lignea e il manto in coppi.
La facciata e il campanile conservano l’assetto originario sia pur con qualche trasformazione. (foto Il trabucco)
Esterno
La facciata è a capanna con fasce orizzontali alterne di pietra e laterizi, coronamento ad archetti pensili appoggiati a mensoline decorate. Nella parte centrale della facciata gli archetti si intrecciano.
Il portale è ridotto in altezza, essendo spezzato e mancante dell’architrave lapideo originario, presenta una cornice con un doppio motivo ornamentale eseguito con un mosaico bicolore in pietra e laterizio: all’interno a cornucopie, all’esterno a denti di lupo. Sullo stipite destro della porta d’ingresso vi è una scultura di animale. Sopra l’arco del portale vi è una croce in laterizio.
Il prospetto nord ha una muratura a fasce alterne in pietra e mattoni. A coronamento vi è una cornice che poggia su mensole scolpite. È presente una sola monofora sul cui arco è scolpito una sorta di animale mostruoso inserito in un insieme di motivi gometrici.
Il prospetto sud ha una muratura a fasce alterne in blocchi di arenaria e mattoni a vista disposti a fasce alterne. A coronamento una serie di archetti semplici che poggiano su mensoline decorate. Qui troviamo tre monofore: la prima da sinistra è decorata con un motivo floreale; le altre due presentano una decorazione a intrecci vegetali sull’archivolto.
L’abside è delimitata da lesene e presenta una muratura in pietra nella parte inferiore e in pietra e mattoni in quella superiore. Il coronamento è costituito da una serie di archetti pensili con sopra una cornice in pietra. Vi sono tre monofore con arco privo di decorazione.
Interno
In seguito agli ingenti lavori di metà Ottocento l’interno è stato completamente rifatto, pertanto la costruzione attuale non corrisponde a quella originaria. L’interno si presenta decorato da capitelli, cornici modanate, altorilievi in stucco.
Torre campanaria
Il campanile adiacente alla chiesa è di quattro ordini fuori terra a base quadrata con tetto a quattro falde e ha un ingresso ad arco a tutto sesto nel lato est. La muratura è a fasce alterne di arenaria e mattoni che si fanno più frequenti mano a mano che si sale in altezza. Al secondo piano vi è una monofora e al terzo vi è una bifora, entrambe tamponate in mattoni e prive di colonna con capitello centrale; al quarto piano si apre una bifora su ogni lato, la cui colonnina con capitello è sostituita da pilastrino in mattoni. (foto Il Trabucco).