San Lorenzo, Montiglio Monferrato

In origine era la chiesa del villaggio di Montiglio e venne menzionata per la prima volta nel X secolo come una delle 12 pievi medievali dipendenti dalla Diocesi di Vercelli. Di questa antichissima pieve non rimangono tracce apparenti e quanto resta oggi fu riedificato, secondo quanto attribuito dagli storici, tra l’XI e il XII secolo. Alla metà del Trecento la pieve era a capo di ben dieci chiese dei paesi vicini, dalle quali riceveva le decime che erano distribuite per un quarto ai poveri, un quarto alla diocesi, un quarto alla chiesa e un quarto al sacerdote titolare.
Tra la fine del Quattrocento e la fine del Cinquecento la pieve passò dalla diocesi di Vercelli a quella di Casale e perse il titolo di pieve e di chiesa parrocchiale.
Nel 1577 la chiesa rimase solo più cimiteriale e non più idonea alle funzioni parrocchiali, così il vescovo ordinò che se ne costruisse una nuova, più ampia dell’antica, ai piedi del castello.
Della chiesa originaria di San Lorenzo, a tre navate concluse da absidi semicircolari, connotata dai caratteri specifici del romanico del Monferrato, è conservato un disegno anteriore al 1783, ma nel 1778, a causa delle cattive condizioni di conservazione, iniziò un percorso di grandi trasformazioni: le due navate laterali vennero smontate e ricostruite in forma di cappelle e furono eliminate le absidi laterali. La facciata venne rifatta due volte, la prima all’inizio dell’Ottocento in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Bossi, quindi demolita e ricostruita negli anni 1955-1959 nella forma attuale a salienti. Probabilmente dell’edificio originario si conservano unicamente la base dell’abside, l’arco di trionfo, la navata centrale con i pilastri cruciformi, gli splendidi capitelli e il cleristorio.

La chiesa di San Lorenzo sorge in una zona collinare a 600 m. dall’abitato di Montiglio, sul costone ovest della Val Versa. Si trova parzialmente inglobata nell’area cimiteriale con la facciata prospiciente il viale d’accesso.
Attualmente la pianta si presenta a navata unica, fiancheggiata da sei cappelle a pianta semiesagonale e da due ambienti a pianta rettangolare nella zona presbiteriale, leggermente sporgenti dal perimetro della chiesa.
Vi sono un ingresso principale e uno laterale. (foto Il Trabucco)

Esterno
La facciata si presenta a salienti ed è di recente costruzione. È intonacata e nella parte centrale vi sono il portone e un rosone nella parte alta.
Il lato nord si presenta costituito da una muratura in pietra e vi sono tre monofore prive di decorazioni. Il coronamento della muratura perimetrale è una cornice in pietra.
Anche sul lato sud sono presenti tre monofore il cui arco è scolpito con un motivo a toro.Il coronamento della parete è una cornice scolpita con motivi floreali, e al di sotto di quella è posta una doppia serie di archetti pensili che poggiano su mensoline decorate con testine, palmette e altri motivi stilizzati, tutti diversi tra loro.
L’abside si caratterizza per il piacevole alternarsi del rosso dei mattoni e il colore chiaro della pietra “cantone”. Due lesene dividono verticalmente il semicilindro dell’abside in tre specchiature: nelle due laterali si apre una monofora. Nella parte superiore dell’abside si notano dei volti che rappresentano dei mostri utilizzati per tenere lontani gli spiriti maligni. Sopra vi è una cornice formata da due file sottili di mattoni al cui interno è posta una fascia di rombi in cotto ed in pietra che si alternano tra loro; più in alto ancora, sotto l’imposta del tetto, troviamo una fascia scolpita a scacchiera o a damier.

Interno
L’interno della chiesa presenta una navata unica con un breve transetto derivante dalle aggiunte settecentesche; le campate sono segnate da quattro archi longitudinali per lato che immettono nelle cappelle laterali. La navata ha una copertura a botte realizzata in mattoni – anch’essa frutto di una ricostruzione – che si raccorda alle pareti con una cornice scolpita a damier. Gli archi a tutto sesto, sostenuti da pilastri cruciformi, sono sormontati da una doppia ghiera e da una cornice che riprende, per lo più, il consueto motivo a damier. Nelle trasformazioni settecentesche il lato dei pilastri con relativi capitelli che dava verso le navate laterali è stato murato per ricavarne le cappelle.
I capitelli, tutti diversi tra loro, sono decorati con motivi vegetali e a intrecci, sirene bicaudate, figure mostruose, uccelli con chicchi d’uva nel becco, figure umane avviluppate da tralci di vite e sirene. L’altare in pietra su basamento in mattoni è di recente costruzione. (foto Il Trabucco)

Bibliografia
Le chiese romaniche delle campagne astigiane, a cura di Liliana Pittarello. Torino 1998.